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F.A.Q.

FAQ

Riqualificazione energetica

La riqualificazione energetica consiste nell’effettuare una serie di interventi funzionali e strutturali su un edificio esistente (non di nuova costruzione) con l’obiettivo di: ridurre le emissioni, contenere i consumi e migliorare l’efficienza energetica, intervenendo sia sull’involucro che sull’impiantistica dell’edificio esistente.

Con la Riqualificazione Energetica si può migliorare l’isolamento termico degli edifici, rendere efficienti gli impianti di riscaldamento anche con uso di fonti rinnovabili, in modo da consentire di risparmiare concretamente ed economicamente, riducendo gli sprechi e tagliando i costi delle bollette energetiche. Una volta completati gli interventi, l’edificio acquisterà maggiore valore anche in termini di patrimonio. Per alcuni interventi è possibile usufruire di vantaggi fiscali significativi che, a seconda del caso, è possibile monetizzarli a mezzo della cessione del credito o dello sconto in fattura.

Attraverso una analisi energetica possiamo individuare quali sono i valori di trasmittanza attuali. Generalmente i dati che occorrono sono legati alla composizione dell’involucro (infissi compresi), compreso la struttura e la stratigrafia del tetto. Dopodiché si calcolano i mc di aria interna e visioniamo l’impiantistica attuale che genera energia elettrica e termica per capire se adotta sistemi obsoleti/inadeguati e di che grado. Successivamente sarà possibile stabilire il tipo di intervento, custom per ogni cliente.

FAQ

Impianti fotovoltaici

Attraverso una analisi che comprende i consumi nelle varie fasce orarie e le curve di carico. Per avere una macro-visione di quanta potenza occorre, si tiene in considerazione il 100% di F1, il 55% di F2, il 15% di F3. Questo perché l’impianto fotovoltaico produce nelle ore diurne. Tuttavia, il calcolo nel dettaglio tiene in considerazione anche altre regole che studiano l’inserimento di ulteriori elementi che supportano il risparmio, come ad esempio i sistemi di accumulo.

Un impianto fotovoltaico su tetto in aderenza, che sia pensilina, tetto in coppi, tetto in lamiera o pannello coibentato, generalmente occupa una media di 5mq/KW installato. Su tetti piani si considerano generalmente 10mq/KW installato. Per gli impianti a terra: 1KW = da 15 a 18mq. Questi sono parametri di base che ovviamente non tengono conto di svariate causali (pendenza, esposizione, elementi da tenere in considerazione come camini, lucernari, distanze dettate da eventuali vincoli paesaggistici, ecc…) tali per cui poi si andrà a definire l’effettiva potenza da installare.

Poiché un impianto fotovoltaico è costituito da parti fisse, non vi è quasi alcuna usura meccanica. La durata prevista dei moduli solari è attualmente compresa tra 30 e 40 anni. Gli inverter hanno una durata leggermente inferiore. Grazie alle convenienti riparazioni a tariffa forfettaria, la sostituzione dell’inverter costa solo una piccola somma. I costi di manutenzione e di esercizio di un impianto fotovoltaico ammontano annualmente a circa l’1% dei costi di investimento.

Gli impianti solari funzionano quasi senza manutenzione, il che significa che i costi operativi e di manutenzione sono molto bassi. Questi ammontano generalmente a circa l’1% dei costi di investimento annuali.

Lo stoccaggio dell’elettricità è un plus per il risparmio energetico; è possibile utilizzare fino a circa il 30% dell’energia prodotta dall’impianto FV; la corrente che non può essere utilizzata durante le ore ad alta intensità solare viene caricata nel sistema di accumulo invece di essere immessa nella rete, in modo da adoperare l’energia elettrica immagazzinata dall’eccedenza della giornata che utilizzeremo per rifornirci fino alle prime ore del mattino. Non tutte le attività hanno la necessità di un sistema di accumulo. Anche questo aspetto è soggetto ad analisi.

Normalmente non è possibile diventare completamente autonomi, ma con la dovuta progettazione che comprende anche l’eventuale corretto dimensionamento di un sistema di accumulo è possibile avvicinarsi a questo obiettivo durante i periodi con maggiore esposizione al sole.

Tutte le attività che hanno il bisogno di molto spazio ma che, in rapporto ai volumi degli immobili consumano poca energia elettrica (o termica) ed il dimensionamento del proprio impianto fotovoltaico occupa poco spazio sul tetto, se la superficie in copertura è superiore ai 2500 mq hanno il vantaggio di potere cedere in diritto di superficie (dds). Ci sono inoltre delle formule ad hoc per chi deve rimuovere l’amianto, in quanto l’investitore (normalmente un gestore di EE) in particolari condizioni potrebbe anziché remunerare il dds, utilizzare il dovuto per riqualificare la copertura. Il dds non vincola l’eventuale vendita dell’immobile e, in base a preventivi accordi con l’investitore, è possibile ottenere un vantaggioso prezzo di acquisto della corrente che l’impianto produce sopra il vostro tetto.

Sì. Le aziende che per propri motivi evitano di immobilizzare un capitale importante, come per esempio per la realizzazione di un impianto fotovoltaico, possono tenere in considerazione una formula finanziaria che consiste nel cedere un diritto di superficie temporaneo, che dura il tempo di ammortamento dei costi dell’impianto stesso (solitamente 10 anni). L’investitore progetta e realizza l’impianto fotovoltaico, garantendo una determinata produzione annua; il canone di affitto dell’impianto a prezzo fisso per tutta la durata del contratto e, alla scadenza del contratto il Cliente assumerà la proprietà dell’impianto senza alcun costo di riscatto e continuerà a risparmiare per tutta la vita utile dell’impianto stimata in oltre 25 anni. Dov’è il risparmio? Solitamente il risparmio mensile, compreso il canone, va dal 25 al 35% dei consumi, in quanto l’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico abbassa drasticamente i KW in prelievo.